Il progetto
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IL PROGETTO CINEMATOGRAFICO PARTECIPATO E L’AZIONE SOCIALE
Il laboratorio cinematografico e sociale partecipato
Homeward Bound – Sulla strada di casa è un progetto cinematografico, sociale e artistico dove tutti (operatori video professionisti, fonici, operatori droni, docenti universitari per i laboratori di cinema ecc…) hanno lavorato gratuitamente per più di un anno dando un personale contributo alla realizzazione del film e dell’azione sociale partecipata. Il lavoro è stato rivolto a ragazzi adolescenti che vivono nel palazzo e ha visto anche il coinvolgimento di tanti altri giovani italiani e stranieri di cittadine e luoghi limitrofi.
I ragazzi hanno compiuto un percorso formativo attraverso la partecipazione a un laboratorio di cinema gratuito (iniziato a novembre del 2013 per più di 30 incontri ufficiali) svolto da docenti e professionisti del settore in cui hanno affinato le loro competenze cinematografiche e hanno messo a punto il loro progetto di realizzazione di un film. Alla fine di questo lavoro è stata elaborata una serie di racconti basati sulle proprie esperienze di vita che hanno dato vita a un lungometraggio. Un lavoro sperimentale girato in condizioni non sempre facili con riprese fatte nell’arco di un anno, che racconta le storie di questi adolescenti tra realtà e finzione: le storie, le narrazioni fatte in varia forma e i racconti che costruiscono la trama del film sono legati intimamente alle esperienze dei ragazzi che attraverso il film raccontano se stessi e la loro difficile e frammentata ricerca di un’identità.
Tutti i protagonisti del film sono attori non professionisti alla loro prima esperienza nel cinema.
Dalla vita al film: dare senso all’esperienza
Il lavoro è consistito nel guidare i ragazzi nella scelta dei punti di vista da raccontare e renderli consapevoli della complessità della realtà in cui si trovano a vivere e soprattutto che ogni realtà sociale può essere scomposta in molte altre realtà sociali.
La scelta dell’inquadratura, ad esempio, diventa la scelta su cosa raccontare del proprio luogo di vita e di come rappresentarsi. I ragazzi, tuttavia, hanno prestato grande attenzione nella fase di realizzazione del film alle forma di rappresentazione del Sé privilegiando quasi sempre un approccio che non parlasse solo del degrado, dello stato di abbandono del proprio contesto di vita.
Infatti, ci sono nel film molte inquadrature di zone di Porto Recanati, dei grandi spazi aperti sul mare, sul ponte che collega la parte sud della città al centro, che sembrano protendersi verso un futuro “migliore”. Questo atteggiamento sembra costituire un dato di consapevole disposizione verso il cambiamento e dunque un potenziale fattore di empowerment sociale. Durante tutto il corso delle riprese del film i ragazzi e le ragazze hanno dovuto confrontarsi con un impegno e un’esperienza totalmente nuova per loro.
Il lavoro di ripresa delle scene del film si è sviluppato nell’arco di 9 mesi di lavoro non continuativo e ha occupato gran parte del tempo libero di tutti i partecipanti. Le difficoltà principali sono state insegnare ai ragazzi a stare davanti alla macchina da presa e farli restare ancorati alle proprie caratteristiche personali senza cercare di forzarli in atteggiamenti di protagonismo e comunque recitativi.
In breve potremmo sintetizzare in alcuni punti essenziali quelli che pensiamo siano obiettivi o risultati ricercati e raggiunti nell’ambito del percorso che va dalle attività di laboratorio alla realizzazione del film:
1. formazione di un gruppo di lavoro coeso e sviluppo delle capacità di progettazione collettiva
2. aumento della consapevolezza rispetto al contesto di vita e valorizzazione dei suoi spazi
3. aumento del senso di appartenenza al contesto di vita
4. aumento della consapevolezza delle proprie risorse creative e comunicative
5. creazione di un contesto allargato e collaborativo (coetanei, adulti, associazioni…)
6. aumento della capacità di riflessione critica sulle storie di vita e, in maniera più ampia, sull’identità e sull’immaginario individuale e collettivo
7. creazione di momenti di dialogo aperto e confronto
8. aumento della consapevolezza dei punti di forza e di debolezza del contesto
9. accrescimento dell’autostima
Ci sono poi da mettere in evidenza che molte sono state le competenze tecniche trasmesse:
1. introduzione al linguaggio cinematografico
2. nozioni base di ripresa audiovisiva
3. nozioni base di sceneggiatura e scrittura creativa
4. nozioni base di recitazione
5. nozioni base di montaggio